Mi
aspettavano al piano inferiore, mi disse il portiere: e io scesi. Una volta arrivato, però, mi aspettava una
tromba di scala che portava a un piano inferiore. Continuai a scendere. Da lì a
un altro piano. E a un altro. Sempre più in basso. La luce venne meno ma io
continuai a scendere verso il punto più profondo che avessi mai immaginato. Raggiunsi
altra gente che scendeva come me verso il centro del condominio, vedevo sagome umane
ma non riuscivo più a distinguerne il sesso: erano tutte uguali. Anche la loro
età era indistinguibile. Nessuno fiatava, solo quel rumore di passi che
scendevano. Non saprei riferire con esattezza quanto sia sceso in profondità, quanti
piani, né quanto sia durato, ma so che non uno risaliva: non incontrai nessuno
che tornasse indietro.
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