LA RUMOROSA di
Gaetano Altopiano
Quello che di
sghimbescio uscì dall’ugola della cantantessa ritornò incontro. Ci si ritorse
contro. Ci soffocò. Ci soggiogò in amore. La stecca del biliardo, i temporali:
tutti corsero verso casa. Nel giro di una vite le foglie scompagnate mulinarono,
spuntarono formiche con le ali e per il troppo vento anche i treni-notai
interruppero ogni atto. Si preannunciava un’epoca buia per tutto quanto fosse
perfettamente compiuto nell’arte: cornice,
dorso del libro, piedistallo. Ma ci fermammo in tempo. A un chilometro e
centocinquanta metri dal confine caricammo i fucili.
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