domenica 28 maggio 2017

NOTTURNO N22 di Gaetano Altopiano





Le volte in cui l’estensione di un braccio dovesse concludersi con una protesi armata ci misuriamo con la paura. Un problema che riguarda vittima e carnefice. Alle 00:07,47, all’altezza di via Giafar, linea notturna N22, il ragazzo gli punta contro una lametta. Dammi i soldi, gli dice. L’istinto prevede una reazione e la vista di un’arma, a prescindere dalla concreta potenza di “fuoco”, risveglia l’antenato che è in noi, per secoli combattuto ogni istante tra la vita e la morte. Siamo pronti a tutto. Ma una lamina d’acciaio, seppur minima, porta alla luce ricordi più inquietanti: la precarietà cui tutti siamo soggetti, che ad esempio può anche essere altro che l’esito di un onorevole combattimento. L’incidente. Quell’oggetto insignificante - nato solo per scopi domestici - potrebbe togliere la vita a entrambi, fosse solo per un errore. Lo sa l’uomo, 62 anni, e lo sa anche l’altro, che di anni ne ha appena 15. La ragione prevale. L’uomo consegna il portafogli. Il giovane dà un calcio alla bussola e fugge mentre l’autista, in un colpo solo, blocca l’autobus e spalanca la porta. La lametta cade sulla seconda alzata del predellino. Un’acre odore di freni surriscaldati invade l’aria. Come si sente? Come si sente? Chiede insistentemente all’uomo. 

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