sabato 27 maggio 2017

SEDUTI COME DUE ALLOCCHI AL BARBELVEDERE DI SANTO STEFANO di Francesco Gambaro



Seduti come due allocchi al barbelvedere di Santo Stefano di Camastra, osserviamo, traverso due negroni sbagliati alla puntemmes, il panorama allocco che anche quelli del paese (chiamatela città) di Taormina stanno pervedendo uguale. Cerchiamo con l'occhio cannocchio un acquascooter della polizia costiera, un cecchino postato sulla piramide di Presti, una portaerei, un effebiai mimetizzato a riccio, uno squadrone di subreduci del generale Montgomery, un agente della Cia sotto il nostro stesso cuscino, cartelli di divieto di transito in doppia lingua inglese-arabo, un Gentiloni sul canotto da ricevimento che ci faccia strada sul tappeto di alghe negre, eppoi la conferenza ammare. Niente. Non vediamo altro, noi allocchi cecati di Santo Stefano, che lo stesso panorama allocco di Taormina. Non sentiamo neppure che, in questo momento, l'Etna sta tremando di brutto.

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