Mi capita un
fatto che sembra abbastanza frequente sugli autobus ma che a me non
era mai capitato: mi toccano il culo. Non ho dubbi, il contatto c’è
stato, pensando a un fatto incidentale però mi sposto di qualche
centimetro e continuo a guardare dal finestrino. Dopo neanche un
minuto la cosa si ripete. Minchia, mi dico, allora non è una cosa
così, è una toccata a tutti gli effetti, e cerco di capire chi
possa essere stato. L’autobus è strapieno, c’è poco da
indagare, la folla mi sta appiccicata come volesse risucchiarmi.
Scruto, guardo verso il basso, comincio a innervosirmi ma non cavo un
ragno dal buco. Nada. La mia fermata è ancora troppo lontana, e bè,
temo proprio che dovrò rassegnarmi al palpeggio. Come spesso
succede, però, nei casi che sembrano disperati la soluzione è più
vicina di quanto si pensi: davanti a me, letteralmente incollato,
infatti, altro culo pronto al contatto. Non voglio manco sapere di
chi sia. Eccomi.
Nessun commento:
Posta un commento