Le
palpebre scattano sulle pupille mentre parla, non si rialzano. Una
scintilla di elettricità, della quale il nostro corpo è grande
donatore, una improvvisa interruzione della peristalsi circense
coniuga il brivido del trapezio con la noia dello spettacolo. Dunque
alzarsi e dormire. Le palpebre, non più costrette a subire alcuna
eccitazione muscolare, cadute senza ritegno, dormono anche loro: come
se la cinghia della serranda avesse ceduto senza sonoro né apparente
danno. Sbagliando, si può dire che quando il corpo affonda nel
materasso, è il materasso che ne affoga il corpo. Allora, in quel
momento, niente comincia e niente finisce, tutto si palpebra si
annuvola si confonde in concetti incapaci di alfabetizzare un inizio
o una fine. Misteriosamente si ritrova a tenere in mano le dita di
porcellana di una fidanzata mai fidanzatasi, lisce e finte. Questo è
il segnale. Si alza con gesto lento e atletico, senza darsi aiuto con
la mano libera, con la quale invece gira la maniglia della finestra.
Scavalca, pochi passi sul cornicione sino al punto in cui tutti i
corncioni cessano di esistere, e spicca il volo.
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