Prima
dei tempi moderni, il più aperto, flessibile e sofisticato tipo di
governo veramente esistito fu senza dubbio quello “dei letterati”
dell’impero cinese (peraltro, qui da noi, ipotizzato nel medesimo
periodo da Platone e poi dai filosofi europei del XVIII sec.). Da
allora, e per circa duemila anni, la Cina è stata governata da
funzionari scelti esclusivamente per la conoscenza dei classici e per
la loro “sensibilità” alle arti (poesia e musica,
essenzialmente), mai per competenze peculiari alla politica. Questo
perché in quella civiltà il concetto di “moralità” e quello di
“cultura” erano praticamente sinonimi. Il concorso era
addirittura pubblico e aperto anche agli appartenenti alle classi più
povere. Solo per avere un’idea di quanto fosse raffinati da quelle
parti sappiate, per esempio, che ci si poteva rivolgere agli altri
solo usando nomi di cortesia, mai usando il loro nome proprio (poiché
l’azione implicava il controllo su quella persona).
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