mercoledì 9 marzo 2016

IL GOVERNO DEI POETI di Gaetano Altopiano




Prima dei tempi moderni, il più aperto, flessibile e sofisticato tipo di governo veramente esistito fu senza dubbio quello “dei letterati” dell’impero cinese (peraltro, qui da noi, ipotizzato nel medesimo periodo da Platone e poi dai filosofi europei del XVIII sec.). Da allora, e per circa duemila anni, la Cina è stata governata da funzionari scelti esclusivamente per la conoscenza dei classici e per la loro “sensibilità” alle arti (poesia e musica, essenzialmente), mai per competenze peculiari alla politica. Questo perché in quella civiltà il concetto di “moralità” e quello di “cultura” erano praticamente sinonimi. Il concorso era addirittura pubblico e aperto anche agli appartenenti alle classi più povere. Solo per avere un’idea di quanto fosse raffinati da quelle parti sappiate, per esempio, che ci si poteva rivolgere agli altri solo usando nomi di cortesia, mai usando il loro nome proprio (poiché l’azione implicava il controllo su quella persona).

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