Sono
stato consensientemente obbligato, per amore, a sposarmi. Liberando
mia mogliera dal peso di una rottura con i genitori. Liberando anche
mesteso dal peso moralistico-ideologico della convivenza. Contrario
al matrimonio civile perché allergico alle ingerenze istituzionali
mi chiedevo che cazzo ci faccio qui al municipio. Contrario al
matrimonio religioso mi chiedevo che cazzo ci faccio qui in chiesa.
Me la ridevo. Oggi mi pare che sposarsi sia politicamente folklore
(50 anni dopo gli anni 60 e la liberazione sessuale), infamante per
il travisamento del matrimonio cristiano tradotto in contratto
sociale. Se invece la convivenza tornasse attualità contro il
resuscitato, mostruoso conformismo?
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