martedì 8 marzo 2016

SCOPARE NON SCOPARE di Francesco Gambaro




Unirsi non è un atto dovuto, meglio il gioco automatico delle mani che si intrecciano e si accoppiano su un treno, girano i pollici in senso orario ma anche antiorario, un gioco amoroso a rimpiattino che si conclude con l'arrivo in stazione dopo l'ultimo incrocio ferroviario. Così per l'androgino perfetto che stiamo diventando (dicono alcuni romanzi saggi indagini socio-antropoligiche interviste che oggi girano con successo) scopare come lavorare stanca, il piacere è in se stesso e in se stessi, e solo quello si cerca con profittevole indolenza. Conclude il suo articolo sul Foglio di oggi Antonio Gurrado “Ad esempio oggi, avendo una mezza giornata libera, ho preferito scrivere quest’articolo.” Ma già Elémire Zolla sosteneva: “In una prospettiva metafisica, l'incontro con l'androgino è sempre stato inevitabile. Quando la mente si innalza al di sopra dei nomi e delle forme, non può che toccare il punto in cui anche le divisioni sessuali vengono superate.” Dunque facciamola finita con generazioni Y temporalismi evoluzionismo culturale, siamo e saremo quello che siamo sempre stati, giocolieri delle mani per intenderci, alla maniera di Diogene che pure si masturbava in agorà.

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