lunedì 2 ottobre 2017

COSTI E RICAVI di Gaetano Altopiano





Il tentativo di dimostrare la teoria della “finestra rotta” di Frederic Bastiat, economista, secondo la quale il vantaggio di 6 franchi ottenuto da un maestro vetraio dalla rottura di un vetro a opera di un ragazzino sarebbe solo apparente, dato che quei 6 franchi sarebbero venuti meno ad altri possibili comparti artigianali (calzolai, ad esempio), fa acqua. Soprattutto nel passaggio in cui l’articolo del Foglio elogia l’occhio di lince di Bastiat e scredita la miopia di altri economisti in questi termini: “Poiché il vetro è rotto l’industria vetraria è incentivata nella misura di 6 franchi; è ciò che si vede. Se il vetro non fosse stato rotto sarebbe stata l’industria delle scarpe (o qualunque altra) a essere incentivata di 6 franchi; e questo è ciò che non si vede.” Nell’ottica, ovviamente, di uno studio di programmazione dell’economia su grande o grandissima scala. Ma chi si sente di affermare con certezza matematica che quei 6 franchi, se risparmiati dalla mancata sostituzione del vetro, sarebbero stati realmente impiegati in qualche altra cosa? In base a quale principio, invece, non potevano non essere spesi affatto se non unicamente per la rottura del vetro? Elevare a teoria il fatto che fare un viaggio a Parigi piuttosto che a Londra  contestualmente nega il vantaggio di aver visitato la capitale inglese, o, se vogliamo, tutte le altre città del mondo, è incredibile. Ancor più quando si omette sfacciatamente l’ulteriore unica possibile eventualità che la confuterebbe : restarsene a casa.

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