Questa storia che il mio
maggiore vive in una caserma. Sogno di raggiungerlo. E lo faccio attraverso la
seguente rotta : Roma/ Nazioni del nord Europa/ Oceano/ Boston/ Messico; in un
aereo che plana dolcemente e atterra infine su una pista di burro. Lo trovo
seduto in aula come fossimo ancora a
scuola. Il professore (un ufficiale seduto a confabulare con una collega,
militare anche lei) lo chiama e lui sbuca dal lato destro della porta. Mi abbraccia. Mi invita a bere e a mangiare.
Mi racconta le ultime novità. Il mio sosia
- intanto - mi ha tallonato tutto il tempo convinto che io non lo abbia mai visto: ma è
dal momento dell’imbarco che l’ho sgamato. Si crede somigliante lui, identico
addirittura, ma in realtà non lo è neppure tanto. Che abbia la mia stessa
faccia non significa niente. Sono le due quando il minore finalmente rientra: sento
il cancello richiudersi. Dopodiché sprofondo nel viaggio di ritorno.
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