mercoledì 25 ottobre 2017

LA LUNA AL BINOCOLO COME LA CARCASSA di Giuseppe Zimmardi





Al punto

Sciamava un visibilio di farfalle
Il finocchio selvatico dell'anno scorso

Ad ingagliardire i cuori la lista dei desideri
Freud: Posso raccomandare la Gestapo a chicchessia

Fuorimano

La luna al binocolo come la carcassa del riccio di mare che ha perduto i suoi aculei verde rame e ruggine
madre baldracca dei disperati, impreca trascinandosi lungo il muro della capitaneria di porto
vecchio Pegaso di ritorno lemme lemme occhi a terra dimenticato
vive tra cumuli di oggetti in una specie di tana che nessuno vorrebbe abitare
ha provato a fare ordine
ma è meglio qualcosa altrettanto grande quanto l’ordine impossibile
che non torna nelle nostre debolezze

Squadernare

Se te la senti mostra l'universo
che tenta di ripartire e darla a bere agli dei

l'essere e'
Una scimmia che non dice

Pastorello mozzafiato monarca
donnaiolo che non arretra passo

cane padrone memoria nella casa vuota

a saldo dei massimi sistemi
risponditi da solo















Squadernare


Fuorimano
Insidia
Oscillante
mente
Delirio
agnostico
Per cicli
Di sette anni

Al punto
compiuto
della storia


Faccia bella
di scena
Vinci
le pagine
Nel mucchio
Circuiti spezzati
Dall'interno
Fuori
Per rimanere


Seduti, rassegnati, consegnati al presente negli abiti della loro giovinezza,
 isolati, ci attendono dietro la grande vetrata dell'aeroporto.


Un pomeriggio assolato d'estate mi fermo ad una vecchia stazione ferroviaria  di paese adattata a bar.
Una ragazza serve al banco sola. Occhi verdi nella luce Liquida del primo pomeriggio
Ordino un caffe e di sott'occhio sorride.




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