A seconda di come vi lascio scivolare
sopra lo sguardo, le mani, d’un niveo morbido, femminile, emerse all’improvviso
dal vuoto che precipita rumoroso giù in strada e subito appaiatesi sulla
balaustra, sembrano sciogliersi nel bianco venato di grigi azzurrini del marmo…
Le più veloci, tra le tante giovani donne piombate dopo l’azzardo d’un balzo
alla cieca sul pavimento del mio terrazzo, a raggiungere per prime la scala a
pioli di metallo arancione, sono quelle stesse giovani donne che sedute una di
fianco all’altra lungo la mantovana della copertura superiore, ormai da un bel
po’, fanno penzolare a ritmo di valzer i piedi scalzi sulle fluenti
capigliature delle compagne rimaste giù a ballare jazz… Scosto la cortina di
fili elicoidali di plastica trasparente ondeggiante davanti la soglia della
porta ed esco all’aperto intenzionato a redarguire prima e poi a cacciare via
le invadenti intruse ma, una volta in mezzo a loro, gli assordanti profumi di
mare che trasudano dagli abiti, sfarzosi quanto costumi da scena…
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