Le formiche, dicono,
bruciano immantinente senza capire, come capocchie di fiammifero,
le rane cuociono lentamente, se le metti in acqua fredda e accendi il
fuoco non salteranno dal fondale d'acciaio, loro sciocco riparo, le
aragoste non strillano come i maiali perché non hanno voce ma, come
i maiali, si dibattono nell'acqua bollente dove vengono calati vivi.
“Se si tagliano certi vermi in due - scrive David Foster Wallace in
Considerate l'aragosta - spesso le metà continueranno a strisciare
qua e là come nulla fosse. Non ci sono indicazioni che sappiano che
è successo loro qualcosa di male o che preferirebbero non essere
stati tagliati a metà.” Solo noi cuochi percepiamo il dolore delle
aragoste e ci trasferiamo, nei quattro o cinque minuti di agonia, in
altre stanze per non sentire l'attacco disperato delle chele al
coperchio della pentola.
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