Pino Aprile scriveva
su Oggi: “Il re non incoronato d'Italia, come lo chiamavano gli
americani, è morto. Era il nostro connazionale più stimato nel
mondo. E non per i suoi soldi, la storia, la famiglia... Gianni
Agnelli, l'Avvocato, era unico per lo stile: quello non te lo compri,
è tuo... Lo stile è la personale forma di pudore che ognuno di noi
matura; ed è così importante, perché il pudore è 'l'abito della
virtù', inteso alla latina, del proprio valore. Dice quanto vali
davvero. E questo che si intende con: 'un uomo è il suo stile'...
Una cosa non potremo perdonargli: gli imitatori. Credono di essere
come lui perché più ricchi; di averne l'eleganza, perché comprano
gli abiti dagli stessi sarti; di essere affascinanti perché regalano
gioielli e un fiore alle compagne di una notte; importanti perché
frequentano gli stessi ambienti.” Sarà, caro Pino, però imitando
si impara, si cresce: oggi, vuoi paragonare quel flaner di Agnelli
allo stile alla ricchezza al fascino all'importanza di un Briatore di
un Della Valle di quel coniglio bagnato di Luca Succhiabaci?
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