Mi
dispiace Andrea Marcenaro, ma non sono d’accordo (Andrea’s
version – il Foglio – la Dama nera delle tangenti Anas). Lei ha
esasperato la funzione del “soprannome” e facendocelo notare,
semmai, ha fatto il gioco degli aguzzini. Semmai. E’ prassi
consolidata che i protagonisti della cronaca si vedano attribuire
nomignoli tra i più fantasiosi e in
primis
(guarda un po’) proprio dai giornali, e questo non produce poi
tutto questo grande botto sul risultato finale, altro che effetto
cancerogeno: il destino di un indagato non è legato a un soprannome
ma a quello che veramente ha fatto o non ha fatto. Amen. Tra qualche
settimana la “dama nera” prenderà una strada che nessuno dei
lettori avrà più interesse a seguire. Un noiosissimo processo che
non si caca più nessuno. Lei il primo.
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