Se c’è un momento in cui mi sento povero, è quello
in cui faccio la doccia. Non c’entrano concetti come Pietas, la nudità del verme o il corpoacorpo con sé stessi, meno
che mai quelle carezze che consolatoriamente mi concedo. Non è provare “pena
per sé stessi”, non c’entrano gli umori corporali, quando mai. E’ il
bagnoschiuma che non va: il suo ignobile odore di mela verde. Mi dà la nausea. La
mia signora è un’ostinata economa: costa treecinquanta in meno di tutti gli
altri e in più ha un quarto di prodotto in più. Come controbattere? Profondamente
commovente, puntualmente mi viene in testa un verso di Wallace Stevens: “E’ la
parola della povertà che più ci cerca. Più antica della parola più antica di
Roma…”
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