Mi dico, cosa c'entro
con questo scritto dopo avere scritto. I ricordi li ho sempre
elaborati e trasformati in nonricordi. Mi sento infastidito
rileggendomi, spesso non mi sento. La memoria è l'hardisk, cioè il
morto, il ricordo il file che ne resuscita in un nanosecondo il
nanosecondo da salvare. Non hai niente da salvare, mi dico, il tuo
passato non è invitato, mi dico. Non vorrei continuare a scrivere
così come scrivo. Potrei essere bravissimo a non scrivere. Non
vorrei nemmeno essere bravissimo, vorrei pescare quel verme che ho
dentro, quello che non si fa mai pescare. Mi piacciono i film in cui
l'eroe si serra con un fazzoletto la coscia colpita e poi con un
coltello, innaffiando e innaffiandosi di wisky, scava con un coltello
infuocato per estrarre la pallottola. Nè vorrei raccontare storie.
Solo interruzioni. Trovo insopportabile che le storie scivolino verso
un finale e sottovalutino il passaggio tra inizio e fine. La polpa
dello scrivere sta dalla parte del Galles, tra Inghilterra e Irlanda.
Come in quel film, L'inglese che salì su una collina e scese da una
montagna.
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