Anche
se ha raggiunto la sommità dell’impianto espressivo è incapace di
dimenticare la sua vita pre-linguistica. Non riesce proprio a
eradicarla. Sembra brutto, sta male, lui vorrebbe evitare, ma. E’
inerme di fronte alla tirannia della propulsione biologica, e, per
quanto superaccessoriato e moderno trangugia ancora lo stesso vecchio
petrolio. Potrebbe, perciò, andargli diversamente? Ha un cazzetto
non tanto più evoluto di quello di un coleottero (e altrettanto
puteolente) e un sistema digerente che non può non produrre tristi
rumori postprandiali. Un corpo molto poco silenzioso e indiscreto. Ma
il peggio è ancora altro: la pittoresca convinzione che ogni
somiglianza fisica sia un diritto alla confidenza. Ammiccamenti,
strizzatine d’occhio, cenni d’intesa e veri e propri tentativi di
accostamento: la classica toccata di braccio durante una
conversazione.
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