martedì 12 aprile 2016

UN UOVO DA SBALLO di Francesco Gambaro




Non ho ben capito perché gli americani preferiscono le lattine alla birra in bottiglia. Forse per lo schiocco, forse per il piacere di schiacciare la lamiera a sugo finito. Non l'ho capito sino a quando ho visto negli anni settanta, credo il film fosse L'ultima corvée, i protagonisti bucare da sotto la lattina puntarla in bocca e poi, staccando la linguina superiore, spararsela in gola. Uno sballo in nanosecondi. Che non ho mai avuto il coraggio di provare. Soprattutto dopo avere visitato in televisione la stanza barricata del mio eroe Pantani Marco, detto Il Pirata, dopo lo speedball che si era fatto per scomparire da questo mondo di interpretazioni e retroscena ludici (Pasolini era un coprofilo e Pelosi un ragazzino ancora non rotto alle esperienze estreme). Ci ho ripensato oggi all'alba, quando un mio vicino contadino mi ha regalato un cestino di uova calde. Certe volte la memoria fa belli scherzi, in automatico ho rotto il culo dell'uovo ho bucato il suo opposto ed è stato il più bel succhio da sballo del mondo.

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