JFK
fu fermato nel 1977, intorno alle 2 e 41 del 13 aprile. Sceso dalla
sua cinquecento blu fu schienato contro il portone. Cosa ci fa lei
qui, chiesero gli aventi diritto. Abito qui rispose JFK. C'era in
effetti una obiettiva contraddizione tra il palazzo candegginamente
borghese e i suoi vestimenti, conditi di capello lungo blu e
orecchino insù. Sentite, cosa volete, bofonchiò JFK con la bocca
appiattita sul vetro del portone (faceva angolo con la dura
commessura di legno baltico del montante). Gli agenti, intanto,
sfruculiavano nelle sue tasche. Senta disse JFK, io amo l'Arma e sono
figlio di carabiniere, citofonate a mio padre. Certe risposte non si
danno ai poliziotti, non si scambiano poliziotti per carabinieri, sia
pure in una notte a tinte fosche. Anche se bugie bisogna saperle
allunarle. JFK era molto fatto, a sua giustificazione, ma non doveva
spericolarsi in quella incerta diagnostica della situazione. Avrebbe
dovuto mantenersi generico. Manifestare il suo stato confusionale e
approfittare dello schiacciamento della bocca per tacere. Comunque
fu un'esperienza di vita. Sotto la luce dell'unico lampione acceso di
via Saverio Scrofani, dopo che i militi furono andati, due costole e
un canino trotterellarono da soli verso la cinquecento. Blu.
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