Se
Verne preventivò in ore 97 + 20 minuti la durata del viaggio che
avrebbe portato il suo proiettile sulla luna c’è stata una
ragione. L’obbligo della precisione. Se è stabilita una “misura”,
è proprio perché questa non sia confusa con un’altra, pena la
perdita di significato. Lo stesso vale per le parole: siano precise e
non inducano in errore. E anche se fosse, come probabilmente è
stato, frutto esclusivo della sua fantasia, dato che nel 1865 nessuno
aveva la minima idea di cosa potesse essere o quanto potesse durare
una missione spaziale, non importa, il tema rimane lo stesso: essere
obbligati alla precisione. E Jules Verne, “precisamente”, aveva
in orrore l’equivoco.
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