“L’idea
che le ultime parole dovrebbero essere di una saggezza particolare è
comune a tutta l’umanità, anche se va contro ovvi ostacoli fisici
e psicologici, perché di solito morire è una faccenda talmente
impegnativa che lascia poco tempo e scarse forze per scandire
sentenze incisive. La necessità di proferire ultime parole
memorabili, e insieme l’impossibilità di farlo, furono espresse al
meglio da Pancho Villa. Mentre il rivoluzionario messicano era in
punto di morte, vittima di un assassino (1923) implorò un
giornalista: Non lasciatemi finire così. Raccontate che ho detto
qualcosa.” (Karl S.Guthke, Letzte Worte. Variationen uber ein
Thema der Kulturgeschichte des Westens – Beck, Munchen, 1990, p.18)
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