Di Ludwig Wittgenstein, uno dei padri della Logica moderna e della Filosofia del linguaggio, si dice fosse di natura estremamente mite e religiosa; che l’uomo che ci ha lasciato il Tractatus logico-philosophicus, seppure rampollo di una delle famiglie più ricche d’Europa, abbandonò le fortune paterne per andare a fare il giardiniere nel monastero di Hutteldorf, l’insegnante di scuola elementare e forse anche il prete, se avesse potuto; del suo spirito francescano, si dice, beneficiarono con lasciti consistenti persino Reiner Maria Rilke e Georg Trakl e non si sa quanti altri; si dice abbia vissuto una vita semplice e austera, che fosse omosessuale, soffrisse di una particolare forma di autismo e che finì col morire in casa di un amico. Tutto questo, però, senza nessuna certezza assoluta. Contrariamente a Gottlob Frege, difatti, che sosteneva come la proposizione possa essere vera o falsa ma mai contemporaneamente, Wittgenstein sostenne che dall’interno del linguaggio non sia possibile determinarne la verità: ogni proposizione può essere vera e falsa allo stesso tempo fino alla sua verifica (atto reale che avviene fuori dal linguaggio).
sabato 18 giugno 2016
STORIA DI UN GIARDINIERE di Gaetano Altopiano
Di Ludwig Wittgenstein, uno dei padri della Logica moderna e della Filosofia del linguaggio, si dice fosse di natura estremamente mite e religiosa; che l’uomo che ci ha lasciato il Tractatus logico-philosophicus, seppure rampollo di una delle famiglie più ricche d’Europa, abbandonò le fortune paterne per andare a fare il giardiniere nel monastero di Hutteldorf, l’insegnante di scuola elementare e forse anche il prete, se avesse potuto; del suo spirito francescano, si dice, beneficiarono con lasciti consistenti persino Reiner Maria Rilke e Georg Trakl e non si sa quanti altri; si dice abbia vissuto una vita semplice e austera, che fosse omosessuale, soffrisse di una particolare forma di autismo e che finì col morire in casa di un amico. Tutto questo, però, senza nessuna certezza assoluta. Contrariamente a Gottlob Frege, difatti, che sosteneva come la proposizione possa essere vera o falsa ma mai contemporaneamente, Wittgenstein sostenne che dall’interno del linguaggio non sia possibile determinarne la verità: ogni proposizione può essere vera e falsa allo stesso tempo fino alla sua verifica (atto reale che avviene fuori dal linguaggio).
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