giovedì 16 giugno 2016

UNO STUDIO SUL PIACERE E IL DISPIACERE di Gaetano Altopiano






Sulla consolidata opposizione dei sostantivi “piacere” e “dispiacere” avrei qualcosa da ridire. Erroneamente l’uno viene considerato l’antitesi dell’altro. Non è così. Entrambi, infatti, definiscono uno stato emozionale più o meno duraturo che nel “regime d’esercizio standard” della propria vita l’uomo non prova, ma solo quelle volte che sopraggiunga un evento in grado di modificarlo (in modo piacevole o spiacevole). Altrimenti che senso avrebbe avuto cercare parole che definissero queste variazioni? Ma se il sostantivo “piacere” è puntuale poiché definisce una variazione del regime d’esercizio standard verso il livello superiore +, il sostantivo “dispiacere”, non essendo una variazione del piacere, ma solo del regime d’esercizio standard verso il livello inferiore – mai e poi mai potrebbe chiamarsi dis-piacere.
















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