JFK
non sa piantare chiodi. Ci tenta, ci ha tentato tutta la vita. Ogni
volta, dopo il primo colpo di martello, sente un lamento sordo
fievole discreto che lo blocca. JFK si volta indietro con sguardo
colpevole verso i quadri che da una vita vorrebbero essere appesi.
Soffre di vertigini e, anche se è appena al secondo gradino, si
rigira spaventato verso la parete. Per non cadere, per appoggiarsi
con tutt'e due le mani mentre chiodo e martello precipitano dabbasso
sulle teste dei quadri, facendoli infuriare come morti viventi. JFK resta
immobile, ha paura. La parete conforta le sue mani rinfrescandole.
Intanto una marea di quadri montano, sono già al primo gradino. La
copia dell'urlo di Munch tenta di morsicare il tallone sguarnito di
scarpe di JFK.
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