Sciucatele
queste mani. JFK se le sciucò. Poi mise inavvertitamente il piede su
una canna che scricchiola. E stai tento duve meti le piedi. JFK si
guardò i piedi. Saranno state le sei, le sette del pomeriggio o
della mattina. La vocina tacque e JFK scelse una pietà comoda dove
sedersi comodo. Subito squilla il telefono, è troppo lontano per
raggiungerlo, mente. JFK sa di non essere lontano anche se non
particolarmente vicino. E' quando senti una voce che ti chiede ma tu
non vuoi rispondere, magari perché sei nello sforzo di un conatus.
E' questa la giusta distanza che noi chiamiamo di comodo temporale,
riflette JFK. Basta fare finta di non sentire, ghigna JFK, con dentro
le orecchie ancora lo scricchiolo della punta della canna schiacciata
per un errore di passo, per disattenzione o, forse, per inconscio
desiderio di musica.
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